macchina fotografica Kodak Brownie 127

La prima macchina fotografica di mia proprietà
Kodak Brownie 127 a fuoco e diaframma fissi,
in pura bakelite. Avevo sette anni.


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Foto profit anni 1960

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ENTRAI IN BOTTEGA A SEI ANNI

03/10/2023. A sei anni scesi dal secondo piano di casa mia nella bottega al piano terra di Foto Marino e lì avevo subito impugnato la mia prima macchina fotografica, a soffietto, 6x9, che usava gli ormai introvabili rulli 620. Tant'è che una volta sviluppati dovevo conservare i rocchetti come relique per poi riavvolgerci le nuove pellicole 120. E sempre lì, in camera oscura, avevo appeso a un chiodo il mio grembiule nero. Anna, la sorella di Marino, cominciò a insegnarmi come si faceva lo sviluppo, il fissaggio e il lavaggio delle copie e, già che c'era, mi insegnò anche ad andare in bicicletta, sù e giù per il Corso, allora praticamente deserto di macchine, dalla bottega a piazzetta Vigo.

copertina primo depliant Isamar

Copertina della prima brochure che realizzai nel 1969
per il Villaggio Turistico Isamar. 16 pagine 20x15 cm.
[scarica .pdf (11,5 Mb)]

 

A sette anni successe che Fernanda, della bottega Foto Bullo, cento metri pił in là, amica di famiglia, mi regalò per la mia prima comunione una macchina fotografica nuova di zecca, la famosa Kodak Brownie 127 a fuoco e diaframma fissi, in bakelite. Insomma finì che tradii Anna per Fernanda (nome anche di mia madre) e mi feci adottare da suo fratello Carlo che fu il mio vero Virgilio, non solo nella fotografia, ma anche nella vita (era molto più laico dei miei). Importanti co-insegnanti furono pure sua moglie Elda e, quando ormai avevo una quindicina d'anni, suo fratello Gino che aveva la bottega di fotografo a Sottomarina, in piazza Italia. Insomma, mi spingevo sempre più in là!

Alle medie Carlo cominciò a mandarmi a fare le foto di qualche compleanno; al liceo a fare tante foto e poi tanti film 8 mm di matrimoni. E naturalmente di tutto quello che capitava: feste, manifestazioni e anche cadaveri per la polizia. Facevo foto e film anche per Gino Bullo, ma con lui un grosso impegno l'avevo specialmente d'estate. Erano tempi in cui pochi avevano una macchina fotografica e comunque fotografavano quasi sempre in bianco e nero. Inoltre in bianco e nero fotografavano quasi sempre anche gli "scattini" che lavoravano per Foto Bullo in spiaggia, nei diversi stabilimenti. Ognuno di loro disponeva di un chiosco sulla riva del mare con tanto di barca a vela arenata sulla battigia. Ragazze, ragazzi, famigliole tutti sopra, con mano sulle sartie e sguardo all'orizzonte. Ricordo che Carlo si era fatto costruire pure un idrovolante di compensato che galleggiò per qualche anno e fu meta insostituibile per le foto ricordo "Saluti da Sottomarina".

Ebbene, d'estate, tutte le sere Gino sviluppava questi rullini esposti da turisti e scattini ed io tutte le mattine, all'alba, entravo nella sua camera oscura a stampare, sviluppare, fissare, lavare e smaltare le relative foto. Migliaia di foto che mi occupavano fino verso mezzogiorno. Ricordo anche che per questo lavoro mi pagava 1.500 lire alla settimana. Eravamo a metà anni 60.

Quando ormai abitavo a Padova, per mantenermi all'Università - avendo ben acquisito il know how - facevo matrimoni anche per Foto Miotto di Montegrotto. Ancora più in là!

E finalmente successe che nel 1968, al Bacucco, adiacente alle foci dell'Adige, venne aperto il Camping Isamar. Una struttura incredibile per quei tempi, con piscine, bar, ristorante, centro commerciale e cento bungalow, quando gli altri campeggi erano fatti con quattro pali e un po' di fil di ferro. E successe che i proprietari (la nota famiglia Pagnan di Padova) mi incaricarono di realizzare un servizio fotografico dell'intero impianto e quindi di allestire quello che fu il mio primo lavoro tipografico: una brochure pubblicitaria di 16 pagine, 20x15, che feci stampare in decine di migliaia di copie a Padova, in piazza del Santo, da Bolzonella. Mi aiutò per la grafica il mio amico quasi architetto Silvio Tomaz.

E successe che il lavoro capitò in mano a Roberto Troiani, titolare di PEP, una agenzia pubblicitaria di Roma che si stava specializzando nel settore del turismo. Mi contattò e mi chiese se volevo lavorare per lui come fotografo. Accettai con entusiasmo e cominciai subito. Intanto mi laureai in chimica, feci il militare (ahimè!) e iniziai a vivere tra Padova e Roma, dove affittai un pied a terre in via del Boschetto.

 

QUALCHE SERVIZIO

TETRAPODI
Sottomarina, 1967ca

 

 

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